Lui e l'altro. Storia d'amore e di coltelli

Avevo pronto un fantastico post sui tipi da spiaggia quando sono stato travolto dagli eventi. Improvvisamente mi sono apparsi in video due tizi; uno con la stessa faccia che ha chi si è appena cagato addosso e l'altro sereno e tranquillo dopo il terzo Viagra.
Dopo nemmeno ventiquattrore dalle dichiarazioni tranquillizzanti e pacate di Mr Miliardo che hanno fatto bruciare un altro centinaio di miliardi in Borsa, ecco che, dopo aver ricevuto la telefonata del suo domestico filippino incazzatissimo perchè aveva perso la liquidazione con le azioni Mediaset, il nostro piazza un' inversione a u e annuncia che anticiperà il pareggio in bilancio al 2013. Ovvero ci faranno il culo un anno prima. Ora, va bene tutto, ma non so se vi rendiate ben conto di chi cazzo dovrebbe salvarci dalla bancarotta e far funzionare l'economia del paese. Uno è un evasore fiscale seriale ( una sorta di Ted Boundy dell' Iva), ha depenalizzato il falso in bilancio, corrotto un numero imprecisato di giudici, aveva la mafia che gli curava il giardino della villa, ha fatto un condono tombale per cui sono rientrati in Italia capitali derivanti da ogni tipo di attività illecita praticamente a costo zero, puttaniere per hobby e compositore di strazianti nenie napoletane per vocazione. L'altro pagava l'affitto in contanti, è stato l'ideatore del succitato scudo tombale, odia la guardia di finanza e anche i metronotte e soffre di colite spastica ogni volta che si parla di lotta all'evasione. Questi dovrebbero salvare la nostra economia? Cazzo, tanto vale affidarsi a Don Verzè, a Ricucci o che so direttamente al Monte dei Pegni. Ci vogliono far ripagare i loro errori un anno prima usando i nostri soldi. Non si parla di lotta all'evasione, reale, non si parla di lotta alla criminalità organizzata e a quell'enorme indotto economico che produce, non si parla di toccare i loro cazzo di privilegi che ci costano milioni di euro l'anno. Parlano la lingua delle banche e delle multinazionali, a noi tocca ripulire la casa dopo che loro hanno fatto festa.