In Rai non hanno un calendario...
Il tg 2 raggiunge e sorpassa il tg 1. Non parlo di ascolti naturalmente, ma nello sbagliare in modo clamoroso, e a questo punto sembrerebbe volontariamente, le date dei referendum. Nella edizione delle 13 di oggi la simpatica conduttrice prima parla di referendum il venerdì e la domenica, saltando poi, per motivi sconosciuti, la giornata di sabato. Uno pensa ad una svista, un errore in buona fede.
Poi parte il servizio, o meglio il servizietto filo padronale a cui il cavaliere sembra molto affezionato, in cui la data dei referendum diventa 13 e 14 giugno come per i cazzari del tg1.Eppure non sarebbe difficile, passi per il controllo delle fonti, ma controllare un calendario non dovrebbe essere così difficile. A questo punto la cosa diventa quantomeno sospetta. E, visto che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, viene da chiedersi fino a che punto gli sbagli siano imputabili a sviste o piuttosto a malafede.Di certo la Rai, di Mediaset non ne parliamo proprio, i referendum sono una sorta di tabù di cui è meglio non parlare, meglio pagare le multe che far incazzare il capo, poi in questo periodo di nomine un servizietto al capo può sempre tornare utile.
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