CINEMA: " La polvere del tempo"

A. è un regista americano di origine greca, torna a Cinecittà per riprendere le riprese di un film che aveva smesso di girare enza dirne ii motivo a nessuno. Il film è la storia di Eleni, sua madre, e dei suoi due grandi amori, corrisposti in pieno nonostante le traversie della vita.Tutti i fatti più importanti dell'ultima metà del secolo vengono narrati con salti spazio-temporali, a partire dalla morte di Stalin. Si passa dal Kazakistan alla Siberia, dall'Italia alla Germania agli Stati Uniti.
E' un divenire continuo di ricordi che trovano il loro fine nel dolore di A. per la separazione con la moglie e la scoperta delle ferite dell'anima della figlia adolescente.
  Il film è il secondo capitolo  di una trilogia The Dust of Time dove Angelopulos dà vita ad una sorta di immensa autocelebrazione.Per chi non conosce il cinema di Angelopulos la visione del film può sembrare accativante e assolutamente fantastica, è uno di quei registi cui le inquadrature e l'uso dei piani sequenza valgono da soli il prezzo del biglietto.
Ma chi lo conosce meglio si rende conto che il film sembra essere solo una specie di Bignami del regista e della sua arte.Le nebbie, gli spazi, l'alone dei suoi film e gli stessi piani sequenza (qui molto meno presenti rispetto al passato) avevano nel suo cinema una potenza che ne facevano, in più di un'occasione, dei veri capolavori. Oggi invece (pur avendo a disposizione un cast davvero d'eccezione,Willem Defoe su tutti) l'autocitazione prevale su tutto, annacquando un po' il risultato finale. Forse con Angelopulos mi ero abituato troppo bene, il film conserva solo a tratti la potenza evocativa di altri suoi capolavori, però merita comunque di essere visto, fosse solo per certe inquadrature. ( Felice)
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Posted by Punto Bet on 19:34. Filed under , , , . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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