Swappy
La sua risata, la ricordo ancora.
Suono di mille bicchieri di cristallo in frantumi
Limpida, terribile.
Le sue unghie stridono sul pavimento, tambureggiano in attesa.
-Lo sai che ora è?- La sua voce mi giunge profonda e distorta.
Non rispondo, non mi muovo. Sdraiata sul letto ascolto, lui sa già la risposta.
-Sono le undici e cinquanta, lo sai che significa? Che tra dieci minuti sarà mezzanotte!-
-N-non ho pa-paura di te!-
Ho cinque anni e sono terrorizzata.
Serro gli occhi e stringo forte al petto il mio gatto di pelouche
Ma lui non può prendermi, non fino a Mezzanotte.
Fino a quell’ora sono i mortali che comandano il mondo.
Lui si chiama Swappy, è il mostro sotto al mio letto
Credo sia un alieno in realtà e anche se ha un nome ridicolo fa maledettamente paura!
Abita in un quadro appeso nella mia stanza; mamma dice che l’autore è uno schizofrenico, amico di mio padre.
E’ un disegno fatto a computer e poi incorniciato. Psichedelico. Ipnotico.
Al centro della composizione c’è lui, tutt’intorno luci al neon colorate e linee che si intrecciano.
Perlomeno questo è ciò che ricordo.
Durante il giorno lui se ne sta lì, tranquillo ma appena spengo la luce, come ogni mostro che si rispetti, striscia furtivo sotto al mio letto. E attende.
Solo il sonno mi darà la salvezza: nel mondo dei sogni Swappy non può entrare.
Devo addormentarmi, e anche in fretta!
Non è semplice con un alieno affamato sotto al letto…
Apro un occhio per guardare l’orologio. Le 11.54
-Allora? Non ci siamo ancora addormentate? Tic Tac Tic Tac-
E arriva la Mezzanotte.
I sottili equilibri che governano l’universo si invertono: le leggi degli uomini non valgono più nulla.
Processioni di scheletri sfilano sul mio balcone. Ciascuno regge tra le dita una lanterna spenta, saranno le anime dei bambini catturati a fornire la luce.
Prego perché non entrino.
Gli alberi si animano, cantano le loro antiche leggende alla luna.
I gufi urlano il loro dolore e gli occhi si accendono di porpora.
Prego perché arrivi presto l’alba.
Dagli specchi emergono i visi dei defunti. Non ci si specchia dopo la Mezzanotte.
Il tuo viso potrebbe non essere mai stato così poco familiare.
Non si medita di fronte a uno specchio, chi ci ha provato non è più qui per raccontarlo.
Prego perché riesca ad addormentarmi.
Intanto la creatura sotto il mio letto scivola fuori, ora è in piedi di fianco a me.
Non posso aprire gli occhi, non posso, non devo!
Ma è più forte di me e li spalanco per guardare, per vedere in faccia il mio incubo.
Apro gli occhi ed è mattina, tutto è come è sempre stato.
Tiro un respiro di sollievo: anche questa notte ci sono riuscita, sono sopravvissuta!
Guardo il quadro, lui è lì, come ogni giorno.
Sembra un innocente disegno ma io SO che è la più diabolica delle creature che abbia mai messo piede su questa terra.
Sono passati tredici anni da quelle notti di paura, il quadro ora non c’è più.
L’ha tolto mia madre e io non le ho mai chiesto il perché
Con lui se n’è andato anche Swappy.
Sparito, scomparso.
Ma certe sere, dopo la mezzanotte, si sentono ancora strani rumori.
Provengono dalla soffitta e ci sono buone ragioni per credere che il quadro sia proprio lì, dentro uno scatolone, in attesa.
E attenderà ancora, l’orrore non ha fretta.
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